INSTANTANEE è un Progetto nuovo per l'Associazione Culturale no Profit Transumanza Artistica che nasce sul nostro sito web ufficiale, un sito che ogni mese è visitato da tanti ospiti e ci da molte soddisfazioni. ISTANTANEE è una sorta di intervista secca, dove poniamo 5 domande a vari astisti, soci e amici del nostro collettivo (questo articolo è dedicato a Nicola Liberato). L'artista è invitato anche a inviarci delle foto, una lo rappresenterà, ritoccata, in una istantanea tipo polaroid. In questi 10 anni di Transumanza Artistica varie centinaia di artisti hanno incrociato il nostro cammino, pittori, scultori, musicisti, attori, performer, poeti e scrittori hanno dato vita a vari eventi, dal premio d'arte Transumanza Artistica (per 9 edizioni) al Teatro dell'Acqua. Buona lettura, istantanea, veloce e senza fronzoli, spesso troppe parole non servono per comunicare la bellezza.
ISTANTANEE è un Progetto nuovo per l’Associazione Culturale no Profit Transumanza Artistica che nasce sul nostro sito web ufficiale, un sito che ogni mese è visitato da tanti ospiti e ci da molte soddisfazioni. ISTANTANEE è una sorta di intervista secca, dove poniamo 5 domande a vari astisti, soci e amici del nostro collettivo (questo articolo è dedicato a Nicola Liberato). L’artista è invitato anche a inviarci delle foto, una lo rappresenterà, ritoccata, in una istantanea tipo polaroid. In questi 10 anni di Transumanza Artistica varie centinaia di artisti hanno incrociato il nostro cammino, pittori, scultori, musicisti, attori, performer, poeti e scrittori hanno dato vita a vari eventi, dal premio d’arte Transumanza Artistica (per 9 edizioni) al Teatro dell’Acqua. Buona lettura, istantanea, veloce e senza fronzoli, spesso troppe parole non servono per comunicare la bellezza.
Passiamo ora alle domande all’Artista
NICOLA LIBERATO:
Quando ti sei avvicinato al Mondo dell’arte?
Purtroppo, che io ricordi, non avevo artisti in senso stretto in famiglia. Mio padre e artigiano e trascorreva la maggior parte del tempo fuori, in cantieri, in industrie, anche se la sua manualità nel lavorare il ferro è ineccepibile. Mia madre però era una persona davvero estrosa, folle e creativa, maneggiava arte in tutte le sue forme ma non in senso compiuto. A modo suo: scriveva poesie semplici e pensieri filosofici quotidiani, cantava dalla mattina alla sera, faceva scherzi a chiunque in continuità, le piaceva inoltre giocare ai quiz televisivi ed era anche molto, molto fortunata ma questa cosa non c’entra nulla. Ecco, nella mia vita lei è stata di sicuro la persona che mi ha influenzato più di tutti, credo. A 14 anni, nonostante avessi una grande passione per il disegno, mi iscrivono all’istituto tecnico industriale. Sette anni (sono stato bocciato 2 volte) buttati tra fughe dalla scuola e di casa, litigi in famiglia e incomprensioni con insegnanti per materie che odiavo, ad eccezione delle materie umanistiche. Ma paradossalmente, fu proprio in quel periodo che, grazie a un laboratorio teatrale pomeridiano condotto da Daniele Ruzzier, mi innamorai del teatro, forse come via di fuga da quel mondo tecnico e sordo. Il teatro era l’unica maniera di sentirmi in rapporto con gli altri, di essere me stesso, di coltivare la lettura e la poesia e di avere una relazione “umana e creativa” con il prossimo. Ho cominciato a conoscere e scoprire i classici: Pirandello, Shakespeare, Goldoni e molti altri autori di tutti i tempi. Finiti gli studi dell’obbligo, nonostante mille difficoltà, ho tentato senza successo il provino all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e mi sono iscritto al DAMS e a Roma ho cominciato parallelamente a seguire corsi di recitazione con grandi maestri, laboratori e stage, fondando tra l’altro negli stessi anni una piccola compagnia di musica e teatro, insieme ad altri pazzi scappati come me. Poi suonavo, scrivevo, cantavo, insomma, da allora mi si è aperto un mondo nel quale mi sento più centrato e in perfetta armonia con tutto il resto. Il seguito è quello che sono tutt’ora e che continua a crescere in me.
Come Descriveresti la tua Arte ?
Non ci sono parole per descriverla. è una domanda che non mi sono mai posto. L’arte appartiene a tutti, non è mia, né mai lo sarà. Sono un curioso, amo cercare sempre nuove forme di comunicazione, ho attraversato sempre diverse forme espressive: dal corpo, mimo, movimento corporeo, danza, circo e trampoli, che tutt’ora sono una delle forme d’arte complementari al resto e in cui mi sento più libero. Ma anche la voce, il doppiaggio, il canto, la musica. Ho sempre suonato, sempre insieme ad altri, mai da solo. Per me l’arte è rock, un concerto rock dove l’io si mette in discussione, crolla, si spaventa e si ricostruisce più nuovo e più vivo ogni volta. L’Arte mi permette di Vivere, di Sentire, di farmi delle domande, di lavorare sempre, anche di notte, nei sogni e nella vita di tutti i giorni. è uno spiraglio di luce in mezzo alla monotonia del sordo vivere quotidiano. Ma le persone e la bellezza del mondo (paradossalmente) sono il mio nutrimento. Anche i dolori e le sofferenze, che mi hanno sempre dato tanto. Il mio cuore palpita di continuo e il cervello non si ferma mai. Posso dire a voce alta che grazie al teatro, alla musica, AMO LA VITA e non mi annoio mai. Ho bisogno di continuare ad ascoltare tutto ciò che accade nel silenzio di quello che non viene DETTO ad alta voce. Ecco, se dovessi definire come descriverei la mia arte direi che è un paradosso necessario, vivere per non morire.
C’è Futuro nel mondo degli artisti in Italia?
Credo molto nell’incontro tra persone, non solo tra artisti. Credo che l’arte esisterà sempre, in Italia e ovunque, dal momento che una persona sogna qualcosa e realizza di volerla mettere in atto, chiama qualcun’altro e nasce un incontro e c’è movimento di idee e insomma, di tutto ciò è, ed è sempre stato pieno il mondo e la nazione che ci ospita (i luoghi e i territori non sono di nostra proprietà). Ci sono artisti straordinari che si muovono senza clamore. ce ne sono tantissimi. Vanno cercati, ma vi assicuro che ne siamo pieni, mai abbastanza. Le persone avranno sempre grandi cose da dire. Sono molto fiducioso, forse ottimista, che è una parola che non mi fa impazzire ma è così. Ci sono tecniche, metodi, scoperte, conoscenze, posti per condividerle, studiare, imparare, migliorarsi, c’è tutto, è tutto lì a disposizione. Andiamo a prendere ciò che ci fa star bene, ciò che ci appartiene e trasformiamolo. ENERGIA. Questa è la parola.
Hai degli artisti che reputi i tuoi punti di riferimento?
I miei riferimenti cambiano di continuo, ciò non vuol dire che i precedenti scompaiono, si aggiornano, si complementano. In alcuni periodi leggo e studio molto di teatro, altre volte mi chiudo con la storia dell’arte, altre con la poesia, con la musica spesso. Ci sono i grandi maestri, vecchi e nuovi, quelli che in maniera personale mi hanno fatto scoprire dei mondi e mi hanno messo curiosità e voglia di esplorare nuovi campi: penso a Michele Monetta o all’Odin di Eugenio Barba, per lungo tempo sono stati i miei riferimenti, i miei maestri di biomeccanica, poi c’è stato Giancarlo Sepe, con la sua idea di teatro da agire nella musica, ce ne sono tantissimi di riferimenti per il mio nutrimento artistico. Tutti coloro che hanno aggiunto un tassello di curiosità in me che ringrazio e, ai quali, sono riconoscente a vita. Di quelli che purtroppo non ho mai frequentato e conosciuto mi illuminano le figure di Peter Brook, di Carmelo Bene e Marcel Marceau per dire i più forti. Ma magari domani mi accorgo che mancavano altri pilastri. Tutto è relativo. Siamo “solo” esseri umani. Mai mitizzare. Quello che però di certo è un punto di riferimento per me, a livello umano, è sapere che senza sacrificio e dedizione non si ottiene nulla, volente o dolente e in questo a livello etico ci metto assolutamente mio padre, mai conosciuto nessuno più caparbio di lui, anche se, magari non è un artista in senso stretto.
Ami sperimentare con l’Arte ?
Ecco un altro banalissimo paradosso. Come si fa a concepire l’arte come un lavoro solo dentro gli schemi? L’arte è l’unica vera forma di libertà concessa agli esseri umani. Se non si sperimenta tutto è fermo, ordinario, banale e col tempo muore, si spegne. Quindi sì, amo sperimentare, ma non è un dato cosciente, lo faccio in quanto come ho già detto amo saltare da un’espressione all’altra, trasformare, fondere i generi. è inevitabile anche perché non si può pensare al teatro senza pensare la luce, il corpo, la musica, i disequilibri.. la musica è una forma di scrittura, un testo può essere una racconto ma anche poesia o entrambe le cose, la scrittura è anche suono, non amo la sperimentazione fine a se stessa, ma credo che non esista arte senza sperimentazione. Sì, mi piace tantissimo sperimentare. Magari non ci riesco ma ci provo. E poi per natura (sono un Acquario) non mi piace la banalità, accetto il nuovo, amo l’originalità e quando provo a creare qualcosa mi domando sempre “perché farlo semplice?” Sì, sono anche un proverbiale “complicatore” di cose semplici, spesso mio malgrado. In tutto ciò se ho parlato e scritto molto, è solo per passione. Mi piace molto parlare delle cose che amo, amo aprirmi, non mi vergogno di questo (ci sono cose ben più malvagie di tutto ciò). Fermatemi.
Non me ne vogliate, non vorrei peccare di presunzione
Nicola Liberato
Ecco alcune Foto di Nicola Liberato:
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