Abruzzo Oggi scrive: Tutte le storie della Mongolfiera non Soffre d'Insonnia, sono verosimili e frutto di fantasia. Nessun riferimento è legato a persone reali e i nomi di tutti i personaggi sono inventati. La regia puntuale di Giuseppe Di Simone e le luci di Carlo Menè impreziosiscono la scena e regalano al pubblico emozione e soprattutto divertimento






Ho riflettuto un po’ prima di scrivere queste righe. Il sito dove andranno a finire è giustamente autocelebrativo, è il sito ufficiale della nostra associazione e non potrei parlare male di un nostro progetto. Partendo da questo mettetevi nei miei panni: ho scritto il testo teatrale andato in scena il 9 marzo 2025 al Teatro di Orsogna e come potrei parlarne se non bene? Ok, mettete da parte queste parole e iniziamo di nuovo. Per parlare di una rappresentazione teatrale bisogna esserne prima di tutto spettatore, quindi ho cercato di arrivare al teatro senza memoria. Ho fatto finta di dimenticare TUTTO.

Credetemi, ci sono riuscito. Mi sono goduto il palco tenuto in mano, in voce e in piedi da un solo attore: Nicola Liberato. Bravissimi il regista e il tecnico luci, ma quello che davvero mi ha stupito è stato vedere un uomo solo gestire l’attenzione del pubblico tra ironia e tristezza senza sbavature. Poi però, devo fare un appunto. Ero a fare i complimenti ai familiari di Nicola Liberato spettatori come me (perché dietro un grande attore spesso c’è anche una grande storia familiare) e sentivo una persona che cercando di attirare l’attenzione su di sé parlava di pulizia del testo, di regia acerba e tecnicismi che origliando mi hanno fatto venire il prurito. A quel punto mi sono ricordato di aver scritto il testo e mi è sorta una domanda: come fa questa persona a criticare un testo che non conosce? Posso capire se era spettatore/spettatrice di un’opera lirica famosa, li a libretto poco si lascia alla fantasia e poco alla libertà registica. All’improvviso mi sono accorto che i ragazzi che hanno ispirato le storie della Mongolfiera sono entrati in me, mi urlavano di mandare a quel paese quella persona ma poi, mi sono ricordato di essere inquadrato come in una gabbia sociale dettata dalla civiltà ed ho desistito. Sia chiaro, il diritto di critica è sacrosanto come lo è un teatro. Ognuno può dire quel che vuole ma si potrebbe anche uscire fuori dal tempio teatrale e chiudersi in un ristorante a parlarne o, se proprio non si resiste, portare in platea un po’ di verdura da tirare sul palco per disappunto. Ecco, questo ‘fattariello’ post spettacolo mi ha fatto ancora di più capire la grandezza di Nicola Liberato. Nicola si è approcciato con forza e sensibilità a storie grottesche e amare con tatto e garbo, emozione e sudore. Grazie a questo spettatore/spettatrice (chissà forse collega dello stesso Nicola) ho capito la differenza tra un grande attore e una mezza calzetta.
LA MONGOLFIERA NON SOFFRE D’INSONNIA
– Attore: Nicola Liberato
– Testo di Ugo Trevale
– Regia di Giuseppe Di Simone
– Luci di Carlo Menè
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