La Porta Aperta: Questo testo è parente stretto del precedente, La mongolfiera non soffre d’insonnia. Condivide con lui il respiro teatrale e la volontà di fare della scena un luogo di memoria e di affetto. Ma qui c’è qualcosa in più: un passo più deciso, una consapevolezza maggiore. Qui, la porta si apre non solo per guardare dentro, ma anche per far entrare nuova luce.


Ci sono storie che nascono da silenzi, da gesti piccoli, da cose che sembrano non contare. Eppure, proprio quelle cose minime – una sedia che cade, una fetta fine fine di mortadella, una scarpa mai indossata – hanno dentro la so stanza della memoria. “La porta aperta” è un testo che nasce così: da quei gesti, da quelle storie taciute che solo il teatro riesce a rendere vi sibili, perché le illumina, le rende parola, le rende corpo. Siamo a Pennadomo (provincia di Chieti), un paese che non ha bisogno di grandi scenografie, perché la scena ce l’ha già: nelle sue vie, nelle sue donne, nelle sue finestre un tempo piene di voci. Questo testo nasce da lì, e lì vuole tornare. È legato a quel la terra, ai suoi accenti, alla sua gente. Ma più ancora, è legato alle donne non per ideologia o moda, ma per amore della verità. In scena, gli uomini non ci sono.

Appaiono nei racconti, nei ricordi, come comparse della memoria. Sono figli che parto no, mariti che non tornano, padri che promettono e poi svaniscono. La storia, quella vera, la reggono le donne. Donne che parlano, che piangono, che ridono, che resisto no. Donne che non chiedono applausi, ma li meritano. Donne che, pur non avendo mai calcato un teatro, sanno stare in scena meglio di tanti professionisti, perché portano sul palco la vita, senza filtri. Questo testo è stato scritto immaginando Angelina Ranalli sul palco. Con lei, le sorelle Silvana e Angelina Iezzi. Non attrici, ma testimoni. Non interpreti, ma anime vive. Angelina Ranalli ha fatto del teatro un fatto di comunità. Ha raccolto persone, storie, parole, e le ha restituite alla piazza. Con fatica, certo. Con pazienza. Angelina ha soprattutto una passione inossidabile, quella che fa salire sul palco chi magari non ha mai nemmeno letto una battuta, eppure riesce a emozionare un intero paese. A Pennadomo, il teatro non è spettacolo: è rito collettivo, è un modo per dire “noi ci siamo ancora”. E Angelina ha scritto testi, ha diretto scene, ha tirato su sipari con la forza di chi crede davvero nel potere del racconto. Non c’è bisogno di osannare il valore letterario dei suoi testi – che comunque sono più autentici di tanti scritti patinati – quanto il valore umano di ciò che ha fatto: rendere il teatro accessibile, popolare, vivo. Chi leggerà; La porta non troverà colpi di scena o grandi effetti ma troverà verità. Troverà la forza di Lenuccia, che ha fatto sei figli e ancora porta addosso il sorriso di quando era chiamata “Botticella”. Troverà la dignità di Giovannina, che conserva delle scarpe fatte a mano solo per rispetto di una promessa d’amore. Troverà la rabbia e il sogno di Margherita, che vuole diven tare maestra e scappare dal giudizio della piazza. E troverà la dolcezza ruvida di Anna, che con una battuta e un culetto di mortadella, salva un’amica da una vita di lividi nascosti. Queste non sono invenzioni, sono storie possibili, che si ripetono in ogni paese, in ogni donna. Raccontarle significa ridare voce a chi è stato zittito troppo a lungo. Significa aprire quella porta – sempre la stessa – che separa il privato dal pubblico, il dolore dalla condivisione, la rassegnazione dalla speranza. Non c’è finale perfetto, né risoluzioni facili. Ma c’è un pubblico che applaude. C’è una comunità che si riconosce. E c’è il teatro, quello vero, che nasce dal basso, senza luci, senza sipari, ma con cuori spalancati. Questo testo è parente stretto del precedente. La mongolfiera non soffre d’insonnia. Condivide con lui il respiro teatrale e la volontà di fare della scena un luogo di memoria e di affetto. Ma qui c’è qualcosa in più: un passo più deciso, una consapevolezza maggiore. Qui, la porta si apre non solo per guardare dentro, ma anche per far entrare nuova luce.
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Associazione Culturale NO PROFIT TRANSUMANZA ARTISTICA

Presentazione Libri di UGO TREVALE – Giovedì 7 Agosto 2025 ore 18
Associazione Culturale NO PROFIT TRANSUMANZA ARTISTICA
Piazza dell’Unione a Pennadomo (Ch)
i LIBRI pubblicati e presentati saranno:
La Mongolfiera non Soffre d’Insonnia – acquisto – Informati meglio
La Porta Aperta – acquisto – acquisto – Informati meglio
presenta: Mara Di Francesco
con la partecipazione di: Giuseppe Peluzzi e Angelina Ranalli
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