Il nostro Presidente della Transumanza Artistica: Ugo Trevale è stato invitato dal Prof. Vittore Verratti, come Relatore al Congresso denominato: "La Dimensione Relazionale Estetica, Culturale e Misteriosa del Gioco", ed ha tenuto un bellissimo intervento alle ore 10 di Giovedì 7 Giugno 2018 dal nome "Il GiOCO del RITMO"
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uello che segue, è il sunto del mio intervento: Il ritmo, secondo i maggiori dizionari della lingua italiana, è la successione regolare con cui un fenomeno si ripete nel tempo, ordinato secondo una certa frequenza di una qualsiasi forma di movimento, diventando oggetto di percezione. Lo studio scientifico diretto da Istvan Winkler con un gruppo di ricercatori dell’Accademia ungherese delle scienze con la partecipazione dell’università di Amsterdam, ha verificato che il bambino già a 2/3 giorni di vita, percepisce e riconosce il ritmo. Il gioco infantile, definito da Oliver Sacks, ripetitivo, imitativo e legato ad ‘una innata brama di conoscere e comprendere’, associato al ritmo diventa momento di grande crescita percettiva e caratteriale. Le poche popolazioni amazzoniche che non hanno ancora avuto contatti con il mondo civile, ma anche tribù dell’Africa subsahariana, sono specchio del nostro passato. Il gioco del ritmo, in queste popolazioni, è legato all’utilizzo di strumenti semplici ricavati da ossa, denti, pelli animali, legno zucche e semi, le sonorità sono tutte legate all’educazione dell’ascolto. In queste tribù, infatti, i rituali della vita comune sono scanditi da ritmo e canti tradizionali. Nella vita all’aperto, saper percepire il suono della natura può essere vitale in condizioni ambientali severe. I primi strumenti musicali utilizzati dagli umani sono mani e piedi, il loro battito è nel gioco dei bambini in ogni latitudine al mondo e ovunque, hanno utilità di avviare, già dall’infanzia, alla perfetta manualità. Il ritmo, in quanto innato e radicato ancestralmente nel nostro codice genetico, ha forza per fortificare il carattere del giovane. La musica, quanto più è ritmata, ha la sua massima espressione se fatta in gruppo e permette la socializzazione e la condivisione di emozioni. Oliver Sacks descrive nel libro Musicofilia, l’incontro di un batterista con una trentina di giovani con la sindrome di Tourette. I partecipanti all’incontro, lasciati liberi di suonare un proprio tamburo, dopo poco hanno iniziato a suonare allo stesso ‘tempo’ seguendo un ritmo dettato dal batterista, il ritmo tende a unire in qualsiasi condizione di “gioco” lo si utilizzi. Secondo i metodi di Shinichi Suzuki ‘suonare è come parlare’ perché è proprio attraverso l’ascolto, l’imitazione, la continua conferma e gli stimoli degli adulti che il bambino incomincia a trasformare la sua sillabazione in parole, prima poche e semplici, poi via via più complesse e articolate. L’ambiente musicale va creato intorno al bambino il più presto possibile. Il ritmo, nella sua semplicità, rende, con l’infantile lallazione, la prima espressione musicale dell’uomo. Nello studio di EDWIN GORDON, divenuto il metodo ‘Music learning theory’ vi è come obiettivo principale quello di favorire lo sviluppo dell’attitudine musicale di ciascun bambino secondo le sue potenzialità, le sue modalità e soprattutto i suoi tempi. La didattica basata sulla MLT promuove come competenza fondamentale l’Audiation, definita da Gordon “Capacità di sentire e comprendere nella propria mente musica non fisicamente presente nell’ambiente”. Non è la crescita di un bambino musicalmente “geniale” o del musicista professionista a ogni costo a costituire la finalità della MLT ma quella di persone in grado di comprendere la sintassi musicale e di esprimersi musicalmente, con la voce o con uno strumento.
In conclusione si può affermare che:
- Il gioco del ritmo è innato, guidato da specialisti, musicisti o dai genitori, il ritmo è parte integrante della crescita e allo stesso tempo, tappa fondamentale dello sviluppo sensoriale del bambino in qualsiasi luogo del pianeta.
- Il gioco associato al ritmo diventa momento di grande crescita percettiva e caratteriale. Il ritmo, in quanto radicato in modo ancestrale al nostro essere, ha forza per fortificare il carattere del bambino e allo stesso tempo, aumenta la capacità empatica e la possibilità di socializzazione.
- Il ritmo, in quanto radicato in modo ancestrale al nostro essere, ha forza per fortificare il carattere del bambino e allo stesso tempo, aumenta la capacità empatica e la possibilità di socializzazione.
Giovedì 7 giugno presso l’Auditorium del Rettorato dell’Università G.D’Annunzio, dalle ore 9 alle ore 13, si è tenuto il Convegno “La dimensione relazionale, estetica, culturale e misteriosa del gioco”, organizzato dal prof. Vittore Verratti, docente di Metodi e didattiche delle attività sportive del DiSPuTer. Sono intervenuti:
- Francesco Barone dell’Università degli Studi dell’Aquila
- prof. Vittore Verratti
- Sergio di Sano
- Laura Bortoli
- Maurizio Bertollo dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio”
- Ugo Trevale Presidente di Transumanza Artistica;
- Nitamo Federico Montecucco Direttore Scientifico di Villaggio Globale-Bagni di Lucca.
- Moderatore il Direttore del DiSPuTer prof. Luca Tommasi.
Ugo Trevale
Presidente Associazione Transumanza Artistica